Studio Legale

Avv. Danilo Delia

Dottore di Ricerca in Criminologia

Patrocinante in Cassazione

Lo Studio Legale

L’Avvocato Delia ha fatto della passione per il diritto una ragione di vita, della professionalità e disponibilità per i clienti, il carattere distintivo del suo studio.

L'obiettivo che si prefigge è essere un punto di riferimento per i propri assistiti, a cui essi possono rivolgersi senza esitazione per ogni loro questione legale, grande o piccola che sia, sapendo che troveranno sempre nello studio - anche grazie alla professionalità dei partner che vi collaborano - un’assistenza eccellente, tempestiva, concreta ed a misura delle loro specifiche esigenze.

Uno dei settori di punta in cui da sempre opera lo studio è quello del diritto del lavoro, ma non è quello esclusivo.

L’esperienza ed il prestigio maturati in tale ambito, infatti, lo hanno portato a sviluppare e consolidare nel tempo altre aree di consulenza e oggi ognuna di esse si distingue, per meriti, nel mercato.

Lo studio, pertanto, è in grado di fornire ai propri clienti un’offerta integrata di servizi legali, che permette loro di avere un unico interlocutore e di beneficiare di una gestione coordinata ed efficiente dell’attività.
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La Legge

Tre cose formano una nazione: la sua terra, il suo popolo e le sue leggi (Pittaco).

Le leggi, anche le migliori, si possono solo rispettare o temere, ma non amare (George C. Lichtenberg)

La legge deve esprimere l’aspirazione generale, promuovere l’utile di tutti, rispondere a un battito del cuore della Nazione. La Nazione intera deve esser dunque, direttamente o indirettamente, legislatrice (Giuseppe Mazzini).

Fare una legge e non farla rispettare equivale ad autorizzare la cosa che si vuole proibire (Richelieu)

Dove troverai le leggi più numerose, lì troverai anche le più grandi ingiustizie (Re Agesilao II).

La Difesa

Il Giuramento dell’Avvocato:
"Consapevole della dignità della professione forense e della sua funzione sociale, mi impegno ad osservare con lealtà, onore e diligenza i doveri della professione di avvocato per i fini della giustizia ed a tutela dell'assistito nelle forme e secondo i principi del nostro ordinamento".

Questi, testualmente, sono i principi a cui l’Avv. Delia si ispira, Giuramento in cui crede e per l’osservazione del quale, nell'interesse dei propri clienti, non scende a compromessi.

Bisognerebbe che ogni avvocato, per due mesi all’anno, facesse il giudice; e che ogni giudice, per due mesi all’anno, facesse l’avvocato. Imparerebbero così a comprendersi e a compatirsi, e reciprocamente si stimerebbero di più (Piero Calamandrei).

Motto dello Studio: Non voglio un avvocato che mi dica quello che non posso fare. Lo assumo perché mi suggerisca come fare quello che voglio!

Il Giudice

Il Giudice è l’interprete della giustizia (San Tommaso D’Aquino)

I Giudici devono giudicare senza ritardo, senza parzialità, senza favoritismi, senza corruzione, con mani pulite e incorrotte (Re Giacomo I d’Inghilterra).

Il Legislatore deve essere l’eco della ragione e il giudice l’eco della legge (Pitagora).

La giustizia non è solo una questione di codici e procedure. E’ anche, anzi, questione di giudici e di ethos che essi si portano dietro. Prima che questione giuridica, è questione culturale (Gustavo Zagrebelsky).

Il Giudice comanda con l’anima sull’anima dei concittadini (Platone).


Con il Cittadino per la Giustizia.

L 'Avvocato Danilo Delia si occupa del diritto civile in tutti i suoi aspetti e sfaccettature - spaziando dal diritto del lavoro al diritto di famiglia, al diritto commerciale, sino all'infortunistica stradale - e del diritto penale, con particolare riferimento alla tutela dei diritti delle persone offese dai reati.

Lo Studio offre il proprio servizio di consulenza ed assistenza garantendo a tutti i propri clienti, nella ricerca delle soluzioni migliori che si attaglino al caso concreto, il massimo della professionalità, competenza e disponibilità possibile, avendo sempre riguardo agli interessi ed alle esigenze del singolo.

CONTATTACI

Servizi Legali


Lo Studio Legale dell’Avv. Danilo Delia, che ha sede nell’area pedonale del centro storico di Monza, a pochi passi dal Duomo e dal Palazzo Arengario, garantisce ai propri clienti un rapporto basato sulla disponibilità, sulla correttezza e sulla competenza, offrendo la propria attività di consulenza e di assistenza legale, sia stragiudiziale che giudiziale, in ambito penale e civile, nella consapevolezza che la professione forense ha oggi, più che mai, acquistato una dimensione intersettoriale ed interdisciplinare. 


Lo Studio è organizzato per soddisfare con efficienza e puntualità le esigenze dei privati così come delle imprese attraverso l’adozione delle moderne tecnologie informatiche, favorendo una gestione dinamica ed efficace delle pratiche e garantendo la massima sicurezza e riservatezza dei dati.




Penale

INFORMAZIONI

Costituzionale

INFORMAZIONI

Diritto Civile

INFORMAZIONI

Proprietà

INFORMAZIONI

Finanziaria

INFORMAZIONI

Immigrazione

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Tutela dei Minori

INFORMAZIONI

Settori di Competenza

Diritto Penale

La definizione del termine “crimine” è di facile acquisizione, deriva dal latino crimen, “decisione giudiziaria”, poi “accusa” e infine “reato” ed indica quei comportamenti contrari alla legge, la cui violazione implica una reazione punitiva dell’ordinamento.
Se hai commesso un reato o ne sei vittima, contatta Lo Studio e troverai i più alti standard di preparazione, professionalità e disponibilità.


Imprese

Le Imprese sono il tessuto connettivo di un Paese, danno linfa all’economia. Se sei titolare di un’impresa ed hai bisogno di assistenza per la stipula di un contratto, per l’acquisizione di un partner, per gestire i rapporti con i tuoi dipendenti o per il recupero di un credito, contatta Lo Studio e troverai il supporto di cui necessiti.
Verrà sempre garantita una risposta alle tue necessità in 24 ore.



Cyber Crimini

Un crimine informatico è un fenomeno criminale che si caratterizza nell’abuso della tecnologia informatica sia hardware che software, per la commissione di uno o più reati. La casistica e la tipologia è piuttosto ampia, alcuni crimini in particolare sono finalizzati allo sfruttamento commerciale della rete internet, altri crimini insidiano i sistemi informativi di sicurezza nazionale di uno Stato. Se hai qualche dubbio che un tuo comportamento possa configurare un cyber crimine, contatta Lo Studio e ti verranno date tutte le informazioni giuste per dipanare ogni perplessità.

Diritto del Lavoro

Sei un lavoratore e sei stato licenziato, o ritieni che i tuoi diritti siano lesi quotidianamente dal datore, perché non ti viene riconosciuto il livello superiore, non ti vengono pagati regolarmente lo straordinario e lo stipendio, o addirittura stai lavorando irregolarmente, contatta Lo Studio e anche con un rapido consulto telefonico ti verranno date le indicazioni giuste per far trovare pieno riconoscimento ai tuoi diritti.



Famiglia

Sei vittima di maltrattamento? Sei un genitore in crisi con il partner, da cui hai deciso di separarti, e hai bisogno di aiuto per capire cosa puoi o devi fare, a chi andrà assegnata la casa familiare, chi dovrà pagare il mantenimento, e in che misura, ed a chi verranno affidati i tuoi figli, contatta Lo Studio e ti verranno spiegati con accuratezza i tuoi diritti, dandoti i consigli migliori ed immediati nell’interesse tuo e dei tuoi bambini.


Alcuni dei Più Recenti Traguardi di Rilievo

Far far away, behind the word mountains, far from the countries Vokalia and Consonantia, there live the blind texts. Separated they live in Bookmarksgrove right at the coast of the Semantics, a large language ocean.

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Curriculum Vitae

L’Avvocato Danilo Delia è nato a Messina il 19 agosto 1975.

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  • Nel 1999 è risultato vincitore di concorso come allievo ufficiale della Marina Militare Italiana ed è stato assegnato al Corpo delle Capitanerie di Porto.
  • Dopo aver frequentato e concluso con risultati eccellenti il corso di formazione presso l’Accademia Navale di Livorno, è stato successivamente assegnato - con il grado di Guardiamarina - al reparto di Polizia Giudiziaria N.O.D.M. (Nucleo Operativo Difesa Mare), della Direzione Marittima di Reggio Calabria.
  • Ha frequentato con profitto la Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Messina, ove ha conseguito il diploma di laurea nel 2002, con Tesi di laurea in Diritto Fallimentare.
  • Specializzato in Professioni Legali presso l’Università di Messina, dopo la Laurea ha conseguito, con profitto e con borsa di studio, anche un Dottorato di Ricerca in Criminologia.
  • Dal 2004, è titolare del proprio Studio professionale in Monza, ove ha sviluppato una specifica esperienza nel settore del diritto penale e del diritto civile, spaziando dal diritto del lavoro, al diritto di famiglia, all’infortunistica stradale, alla contrattualistica, al diritto successorio, al recupero del credito, ma anche al diritto penale criminale ed alle misure alternative alla detenzione.
Presta consulenza a favore di clienti italiani e stranieri, assistendoli e seguendoli in complessi contenziosi giudiziali.


La Pubblica Accusa

Il Pubblico Ministero.

Organo giudiziario costituito dal complesso di uffici pubblici che rappresentano nel procedimento penale l’interesse generale dello Stato alla repressione dei reati. Le funzioni di pubblico ministero nelle indagini preliminari, nei procedimenti di primo grado, inclusi anche quelli davanti alla Corte d’assise e al giudice di pace, sono svolte da un ufficio unitario denominato Procura della Repubblica presso il tribunale. Per il tribunale dei minorenni vi è, invece, un apposito ufficio di Procura della Repubblica. Per i giudizi di appello e di cassazione vi è, rispettivamente, una procura generale presso la Corte d’appello e una presso la Corte di cassazione. In riferimento ai giudici cosiddetti speciali, presso il giudice militare vi sono la procura militare presso il tribunale e la procura generale militare presso la Corte d’appello; in Cassazione vi è poi un apposito ufficio denominato Procura generale militare; per i delitti commessi dal presidente della Repubblica (art. 90 Cost.) le funzioni di pubblica accusa sono svolte da uno o più «commissari» eletti dal Parlamento in seduta comune.

Il magistrato che fa parte dell’ufficio del pubblico ministero gode di una piena indipendenza di status e, pertanto, i provvedimenti disciplinari e le promozioni che lo riguardano sono deliberati dal Consiglio superiore della magistratura (art. 105 Cost.); è inamovibile nella sede (art. 107 Cost.); è nominato a seguito di concorso pubblico (art. 106, co. 1, Cost.). Le funzioni svolte dal pubblico ministero sono sintetizzate nell’ordinamento giudiziario: veglia sull’osservanza delle leggi, sulla pronta e regolare amministrazione della giustizia, sulla tutela dei diritti dello Stato, delle persone giuridiche e degli incapaci; promuove la repressione dei reati svolgendo le indagini necessarie per valutare se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione; esercita l’azione penale quando dalle indagini emergono elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio; fa eseguire i giudicati e ogni altro provvedimento del giudice nei casi stabiliti dalla legge. In particolare, nel procedimento penale, il PM svolge la funzione di parte pubblica rappresentando l’interesse generale dello Stato e, ai sensi dell’art. 112 Cost., ha l’obbligo di esercitare l’azione penale. In virtù della sua posizione, il PM ha l’obbligo di lealtà processuale; egli, infatti, non deve limitarsi a ricercare le prove favorevoli alla propria ricostruzione accusatoria, ma, in base all’art. 358 c.p.p., deve svolgere anche accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini; conseguentemente non può rifiutarsi di svolgere indagini se queste conducono all’accertamento di fatti favorevoli all’indagato, deve depositare tutti i risultati delle indagini secondo le scadenze previste dalla legge e comunque contestualmente alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini ex art. 415 bis c.p.p.

In udienza il PM gode di piena autonomia nell’esercizio delle sue funzioni. Salvo casi di grave impedimento, di rilevanti esigenze di servizio e le ipotesi di cui all’art. 36, lett. a, b, d, e c.p.p., il capo dell’ufficio provvede alla sostituzione del P.M. solo con il suo consenso. Rispetto al rapporto tra gli uffici, ognuno di essi è competente a svolgere le proprie funzioni esclusivamente presso l’organo giudiziario dove è costituito. Tuttavia, sussistono eccezioni che danno luogo a singole ipotesi di rapporti gerarchici: il procuratore generale presso la Corte di cassazione svolge, per esempio, una funzione di sorveglianza in quanto ha il potere di iniziare l’azione disciplinare contro un qualsiasi magistrato requirente o giudicante; la decisione verrà poi adottata dal Consiglio superiore della magistratura. Il procuratore generale presso la Corte d’appello sorveglia, invece, tutti i magistrati requirenti del distretto e, in ipotesi tassativamente determinate della legge, può avocare le indagini condotte da uno degli uffici inferiori..

La Difesa

L’avvocato difensore è una parte privata del procedimento penale puramente formale o tecnica, nel senso che l’interesse oggetto nel procedimento non appartiene al difensore, ma al suo assistito.

Il duplice ruolo dell’avvocato difensore
L’avvocato difensore assume un duplice ruolo.
Il primo è un ruolo di assistenza, il legale presta una collaborazione di natura tecnica, diventando la bocca e l’orecchio “giuridico” del cliente.
Il secondo è un ruolo di rappresentanza, il legale agisce in sostituzione dell’interessato nell’esercizio di diritti e facoltà.
Il rapporto che lega il difensore al cliente è un rapporto privato nonostante il professionista eserciti un servizio di pubblica necessità.
Il compito del difensore è di pubblica necessità e non di pubblica utilità, i soggetti e le parti del processo per legge si avvalgono del suo lavoro ( art. 359 c. 1 n. 1 c.p. modificato dalla L. n. 86/1990).

A differenza del Pubblico Ministero il difensore non ha la qualità di pubblico ufficiale.
Il ruolo fondamentale del difensore, indipendentemente dalla parte o del soggetto al quale presta assistenza, sia che si tratti di un indagato ritenuto responsabile del reato più moralmente abbietto oppure della persona offesa vittima di una condotta illegale altrui, è  quello di assicurare la migliore tutela del rispettivo interesse del cliente in modo che la decisione del magistrato sia conforme a giustizia e, in caso di incompatibilità, sempre agli interessi prioritari del suo difeso.
Questo è il principio del nostro procedimento accusatorio basato sulla dialettica e il confronto delle parti, il quale contraddittorio fornisce al Giudice i presupposti per l’applicazione della legge.
In difetto di una seria, onesta, preparata, attenta e proficua difesa mancherebbe uno dei presupposti per la stessa amministrazione della Giustizia perché nel nostro ordinamento la stessa è frutto del confronto e scontro tra accusa e difesa.
Il difensore nello svolgere le sue mansioni deve essere in grado di fornire la migliore difesa possibile prestando attenzione a ogni minimo particolare con un approccio altamente tecnico e non  deve di sicuro essere un qualsiasi “azzeccagarbugli” come il professionista che menziona Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi.

Il Giudizio

Un procedimento penale, secondo la legge italiana, è la successione degli atti, avviato dall'autorità giudiziaria italiana, che conduce dall'iscrizione della notizia di reato alla pronuncia di un provvedimento conclusivo da parte del giudice.
Si definisce processo penale la sottofase del procedimento penale che ha inizio a seguito della pronuncia di un decreto di rinvio a giudizio in udienza preliminare, ovvero, nei procedimenti speciali che omettono tale udienza (giudizio immediato, giudizio direttissimo e procedimento per decreto), a seguito della richiesta formulata dal pubblico ministero, al ricorrere dei presupposti previsti dalla legge. Con l'apertura del processo penale, l'indagato (o colui che è stato sottoposto ad arresto o a fermo) acquisisce la qualifica di imputato.

L'avvio e le indagini preliminari
Il pubblico ministero, qualora venga a conoscenza di un fatto suscettibile di assumere rilevanza penale (d'ufficio, a seguito di comunicazione della notizia di reato da parte della polizia giudiziaria o in presenza di notizie di reato qualificate, nella specie di denuncia o di referto, ovvero al verificarsi di talune condizioni di procedibilità, come la querela), provvede all'iscrizione della notizia di reato.
Successivamente si apre la fase per le indagini preliminari che è volta alla determinazione sull'esercizio dell'azione penale, della quale deve essere dato avviso ai soggetti interessati.

La raccolta di elementi ed eventuale proroga
L'avviso contiene altresì la facoltà, entro 20 giorni dalla notifica, di chiedere ulteriori indagini, di presentare memorie, di essere interrogato dal pubblico ministero; qualora la richiesta di nuove indagini venga accolta, queste vanno espletate entro un periodo massimo di 90 giorni, comprensivo di una proroga.
Peraltro, posto che il codice di procedura penale italiano non prevede l'obbligo per il pubblico ministero di disporre sempre l'interrogatorio dell'indagato nel corso delle indagini preliminari, le disposizioni dell'art. 415 bis del codice di procedura penale (avviso all'indagato della conclusione delle indagini preliminari) costituiscono una garanzia per l'esercizio effettivo del diritto alla difesa. In ogni caso, le memorie, le produzioni documentali e l'interrogatorio che entreranno nel fascicolo del pubblico ministero ai sensi dell'art. 415 bis, verranno valutati dal giudice per le indagini preliminari e rivestiranno valore ai fini delle decisione delle causa nel caso l'imputato richiedesse il giudizio abbreviato.

Il rinvio a giudizio o l'archiviazione
A conclusione delle indagini preliminari il pubblico ministero, qualora emergano elementi per procedere, formula la richiesta di rinvio a giudizio, ne dà poi comunicazione all'interessato, invitandolo eventualmente a nominare un avvocato difensore di fiducia, specificando il fatto, le norme che si presumono violate, il luogo e la data della violazione nonché la documentazione relativa alle indagini che sarà depositata presso la segreteria del pubblico ministero.
In tal caso il pubblico ministero richiede, con modalità che mutano in funzione del rito da questi o dall'indagato prescelto ed in ragione della competenza dell'organo giudicante desunta dal titolo di reato, che venga disposto il rinvio prodromico alla instaurazione del processo penale. È importante specificare che solo da questa fase l'indagato assume le vesti di imputato e quindi solo in questa fase il procedimento è considerato una pendenza a carico dello stesso.
Se infine non vengono rinvenuti elementi utili per tale passaggio, viene invece disposta l'archiviazione mediante apposita richiesta: si distingue in particolare tra richiesta di archiviazione e decreto d'archiviazione: il primo è richiesto del pubblico ministero, mentre il secondo è emanato dal GIP.

La Sentenza

La sentenza (dal latino sententia, derivato del verbo sentire, 'ritenere, giudicare'), in diritto, è il provvedimento giurisdizionale con il quale il giudice decide in tutto o in parte la controversia che gli è stata sottoposta, risolvendo le questioni in fatto ed in diritto proposte dalle parti, e affermando la verità processuale o verdetto.


L'Appello

L'appello, nel diritto penale italiano, noto anche come secondo grado [di giudizio], è l'istituto al quale si ricorre per appurare gli eventuali errori incorsi nel primo grado di giudizio.
Assolve dal punto di vista tecnico sia la funzione di querela nullitatis nei confronti di sentenze nulle e/o annullabili, sia di gravame di sentenze valide ma ingiuste in fatto e in diritto.
È previsto e disciplinato nel codice di procedura penale dagli artt. 593 e seguenti.
L'art. 593 c.p.p. prevede i seguenti casi di appello.

1. Salvo quanto previsto dagli articoli 443, comma 3, 448, comma 2, 579 e 680, l'imputato può appellare contro le sentenze di condanna mentre il pubblico ministero può appellare contro le medesime sentenze solo quando modificano il titolo del reato o escludono la sussistenza di una circostanza aggravante ad effetto speciale o stabiliscono una pena di specie diversa da quella ordinaria del reato.

2. Il pubblico ministero può appellare contro le sentenze di proscioglimento. L'imputato può appellare contro le sentenze di proscioglimento emesse al termine del dibattimento, salvo che si tratti di sentenze di assoluzione perché il fatto non sussiste o perché l'imputato non lo ha commesso.

3. Sono in ogni caso inappellabili le sentenze di condanna relative a contravvenzioni per le quali è stata applicata la sola pena dell'ammenda e le sentenze di proscioglimento relative a contravvenzioni punite con la sola pena dell'ammenda o con pena alternativa.»

(art.593 c.p.p.)
Questo articolo ha subito negli ultimi anni modifiche continue e turbolente, cambiando radicalmente dal 2006 al 2008 prima con l'opera legislativa della Legge Pecorella, poi con gli interventi pesanti della Corte Costituzionale che l'hanno quasi interamente riportato alla forma originale.




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